1997. Coinvolgo Paolo Romoli, collega all’Istituto d’Arte di Porta Romana e come me già allievo del Corso Superiore di Disegno Industriale (ISIA) di Firenze, nel progetto di una sedia in alluminio e polipropilene da proporre a Segis di Poggibonsi. Con Segis avevo collaborato con la sedia Charlie fino dalla sua nascita, dal 1983. Ora l’idea portante era quella di realizzare un prodotto fortemente industrializzato, che comportasse investimenti importanti tali da dissuadere da quella che risultava una pratica quanto mai diffusa, ovvero la copia (se non addirittura il plagio) nel settore delle sedie in metallo. Presentammo il modello in scala 1:5 (Paolo era un abile modellista, che si era distinto in questa arte già come studente e poi come insegnante) a Franco Dominici e al direttore artistico Carlo Bartoli. Il progetto incontrò subito il consenso necessario per procedere allo sviluppo del prodotto, sperimentando materiali e connessioni di non immediata e facile soluzione.
Questo è uno dei primi studi, nei quali si intravede la fusione portante del sedile sul quale si innestano le gambe in alluminio conificato e la struttura dello schienale.
In questi disegni la sedia acquista la sua identità, facendo vedere con chiarezza l’assemblaggio delle componenti principali. Con e senza bracciolo.
Studi della fusione del sedile, dove si evidenzia l’attacco della gamba posteriore.
A sinistra, particolare del bracciolo. A destra il particolare del sedile pressofuso con in evidenza la connessione tra questo e lo schienale.
Uno dei tanti disegni esecutivi in rapporto 1:1 che abbiamo realizzato alla fine della sperimentazione e definizione del prodotto. Gli elaborati, disegnati ancora a tecnigrafo a quattro mani, sono serviti poi per la costruzione degli stampi necessari per la produzione. Mi preme ricordare che per arrivare a questa definizione siamo passati attraverso modelli in legno e fusioni in terra.
Esplosi.
Qui siamo in presenza del modello tridimensionale ottenuto dopo aver disegnato tutti gli esecutivi al tecnigrafo, come si usava allora e come testimoniano le immagini appena presentate. Tale modello e la realizzazione degli stampi furono commissionati a un’azienda che da tempo lavorava anche per la Piaggio di Pontedera, la cui esperienza fu davvero preziosa. Oggi il procedimento è all’inverso: prima si modella in 3D e poi si realizzano i disegni esecutivi…
Varianti di finitura della sedia in alternativa al polipropilene del modello base: da sinistra in legno, in cuoio e in pelle o tessuto.
La sedia in alluminio e legno.
L’assemblaggio della gamba alla struttura diviene qui un suggerimento per un tavolo da pranzo o da lavoro.
Sedia base senza braccioli e con braccioli in alluminio e polipropilene.
Versione con braccioli in alluminio satinato.
Versione con braccioli in alluminio cromato con sedile e schienale in pelle.
Esempio di sovrapponibilità.
2006. A Volterra in mostra con Marco Bagnoli scultore e Vittorio Giorgini architetto nel Palazzo Minucci Solaini.
La Blitz in mostra.
Alla mostra di Volterra con Paolo Parigi
Momenti di relax familiare intorno al tavolo conviviale con la Blitz…
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