…che parve foco dietro ad alabastro / Carlo Bimbi tra arte e design

…che parve foco dietro ad alabastro / Carlo Bimbi tra arte e design

A Volterra presso il Centro Studi espositivo S. Maria Maddalena della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra dal 2 settembre 2023 al 6 gennaio 2024 (SITO IN ALLESTIMENTO)

PRESENTAZIONE DELLA MOSTRA Lisa Guarducci, CARLO BIMBI TRA ARTE E DESIGN, sett.2023 Sui motivi per cui il titolo della mostra faccia riferimento a Dante (Che parve foco dietro ad alabastro), ne parlerà ampiamente lo studioso Massimo Seriacopi nel suo intervento. Per arte e design, ci sono due date a partire dalle quali si snoda l’attività professionale e artistica di Carlo Bimbi, il 1961 e il 1964. E ci sono le due opere realizzate in quegli anni, il Cardinale e il rilievo della sedia mod.68 per Artek (1935) di Alvar Aalto, che sono esposte accanto per la prima volta in pubblico nella mostra allestita presso le sale della Fondazione CRV “Carlo Bimbi / Tra arte e design”.  Suggeriamo al visitatore di partire da lì, da quelle date e da quelle opere che, pur vicine nel tempo, mostrano percorsi quanto mai distanti ma vivi nella formazione del giovane volterrano, compiuta tra l’Istituto d’Arte della sua città natale e l’ISIA di Firenze. Si tratta con evidenza della via dell’arte nel Cardinale, realizzato negli anni di Volterra per una mostra – concorso per giovani artisti locali e premiato come vincitore da una commissione della quale facevano parte Mino Trafeli e Mauro Staccioli. Quella via dell’arte che si era nutrita degli insegnamenti dei suoi maestri, Mino Trafeli per progettazione, Edmondo Savelli per disegno dal vero, Giannetto Salotti per plastica ornamentale, e della visione dell’arte moderna internazionale, resa possibile attraverso i libri e una mai dimenticata visita all’esposizione universale di Torino del 1961. E poi la via della progettazione e del design, assorbito con voracità negli anni fiorentini di formazione trascorsi presso lo studio di architettura A2 di Renzo Falciani e l’ISIA, o Corso Superiore di Disegno Industriale. La pratica libera e violentemente anticonformista della pittura, nei soggetti e nelle tecniche, scompare di fronte al disegno tecnico, caparbiamente votato alla pratica del rigore, della regola, dell’ordine, della misura e della misurabilità. La mostra procede lungo questi due binari. Sono così esposte per la prima volta le opere pittoriche degli anni ’60, provenienti dalla collezione privata dell’artista, a fianco di una carrellata di immagini dei prodotti più significativi della carriera di Carlo Bimbi designer, tra i quali spicca il Tuttuno oggi nella collezione permanente del MOMA di New York. I due binari paralleli negli ultimi anni convergono. Dopo anni di riflessioni, di ripensamenti, di insoddisfazione per un sistema consumistico che ha fatto del design uno stile e non più un metodo culturale di progettazione, col risultato di una iper-produzione sostenuta da un bombardamento mediatico che inquina ambiente, società e individui, Carlo Bimbi sceglie una sua terza via, quella del “progettare ad arte”.  È questa la terza e ultima sezione della mostra, che si snoda attraverso i teatrini e i dipinti dedicati a segni iconici della sua produzione di design, per arrivare all’installazione dell’Ultima Cena a Volterra, omaggio alla tradizione alabastrina della città delle balze. Arte e design, i veri protagonisti della mostra, non sono tra loro alternativi e antagonisti. La storia artistica e professionale di Carlo Bimbi è qui a dimostrarlo. 

Il Cardinale, presentato a un concorso di giovani pittori volterrani nel 1961, ottenne il primo premio. In commissione c’erano tra gli altri Mino Trafeli e Mauro Staccioli. “Ricordo con piacere il commento entusiasta di Mauro, che apprezzò nel dipinto una grande personalità, una tecnica espressiva condotta con tocco rapido, istintuale e quindi di getto, originale e anti-accademica. L’avevo realizzato usando stracci, pennelli e colori autarchici ottenuti con ossidi mescolati con olio. Avevo lasciato la superficie della tela volutamente incompleta in certe parti”, cosa anch’essa molto apprezzata dallo Staccioli.
https://carlobimbidesign.it/2020/04/14/1960-61-le-esperienze-artistiche/
Estate sulle panchine a San Francesco, 1961
Le Balze, 1961. “Sollecitati dagli insegnanti, io e Anci (Franco Furiesi) prendemmo l’abitudine di andare in giro nella campagna volterrana a disegnare dal vero quello che più ci stimolava. Mi rimane questo pastello a olio delle balze, segnato da una forte e marcata linea di contorno che ha il sopravvento sul colore, e indica quanto sia sempre stata presente nella mia opera l’impronta della tridimensionalità, che non mi ha mai abbandonato. Certo, anche qui manca la visione distesa e consolatoria del bel vivere in campagna, tanto più che il luogo è tristemente famoso tra i volterrani perché testimone di molti suicidi”.
https://carlobimbidesign.it/2020/04/14/1960-61-le-esperienze-artistiche/

Figure contro il vento, 1962. “Il vento di Volterra non poteva mancare nella mia produzione artistica. Qui lo affronto descrivendone l’impatto su due figure, quella a sinistra in piedi contro il vento, che agita il panneggio fino a farlo gonfiare; quella a destra in moto: se ne vedono chiaramente le parti meccaniche.
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