15 Ott Atti d’arte / Generazioni a confronto
A Volterra al Teatro Persio Flacco dal 4 agosto al 30 settembre 2023… NOTE SULLA MOSTRA L’esperienza nel campo del design e la convinzione che i tempi in cui viviamo richiedano interventi “per via di levare” e non “per via di mettere”, hanno spinto Carlo Bimbi a ripensare al suo lungo cammino artistico e professionale, non perdendo mai di vista la stella polare del design epurato però dall’impegno verso il mercato e incentrato sulla ricerca formale e estetica. Sedie, divani, tavoli vengono ora rivisitati dal designer con l’occhio dell’artista, dando vita a opere che possiamo sintetizzare secondo le tipologie convenzionali in quadri e sculture, i “Teatrini”. Il rigore di una progettazione nata per la produzione industriale, tipico del design delle origini, trova ora nuova energia nel campo artistico che si avvale della forza di una “geometria con anima” per dare vita a queste intense creazioni. Dall’arte al design all’arte: questo il percorso di Carlo Bimbi, che diventa un invito allo spettatore a chiudere gli occhi, appesantiti da una comunicazione invasiva e degradata, in sintesi massificata, per riaprirli davanti a forme, linee, colori, materiali, quelli del Bimbi, capaci di produrre suggestioni e riflessioni. In questa mostra le opere esposte partono dal periodo delle prime esperienze artistiche risalenti agli anni ’60, con sperimentazioni sul piano tecnico come la linoleum-grafia e su quello pittorico-espressivo dei pastelli che affrontano tematiche esistenziali tipiche di quegli anni. Il “Primo fiore dopo la guerra” fu premiato come vincitore alla 4° Annuale giovani pittori organizzata a Volterra nel Vicolo delle Prigioni dalla Federazione Giovanile Comunisti Italiani (FGCI), nel settembre 1966. Oggi invece emergono le assenze e le solitudini del grande “Trittico rosa”, un omaggio (quasi una speranza!) alla purezza della geometria che si anima con presenze cromatiche acute e vibranti, e il panneggio naturalistico poggiato su un’astratta struttura cromatica. Dopo le ansie giovanili di un mondo che ancora aveva vivi i ricordi della guerra e guardava con angoscia a quelle purtroppo ancora in atto in angoli remoti ma già vicini per via di una comunicazione che cominciava ad allargare gli orizzonti di casa con l’inizio della globalizzazione (pensiamo al Vietnam), oggi che quel processo è diventato così pervasivo CB sente l’esigenza di fermarsi in silenzio a ragionare, pensare, meditare e, come gli antichi, a cercare l’uomo.
No Comments